“Non tutti sanno che …”: nel mondo, c’è chi combatte la morte e chi la vuole…
Eutanasia. La morte: spettro da combattere, o diritto da invocare?
Nuova Zelanda. È la notizia più recente: sabato 17 ottobre i cittadini hanno votato per il rinnovo del Parlamento, confermando trionfalmente la premier Jacinda Ardern: il suo Labour Party ha ottenuto il 49% dei voti. Contestualmente i neozelandesi si sono pronunciati con referendum popolare sull’«End of Choice Bill» (oltre che sulla liberalizzazione della cannabis), la legge approvata dal Parlamento il 13 novembre 2019 che prevede la possibilità per un malato terminale di ottenere la morte. La premier ha espresso il suo favore alla legge, il cui destino sarà reso noto il 30 ottobre con l’esito dello scrutinio sulla consultazione popolare. Il trionfo elettorale della Arden tuttavia non lascia molti dubbi sul risultato.
Olanda. Recentissima anche la notizia dell’iniziativa assunta dal governo Rutte per estendere l’applicazione della legge del 2002 sull’eutanasia di Stato anche ai bambini tra uno e 12 anni (dei neonati si può già chiedere la soppressione se si ritiene la loro situazione irrecuperabile). Il ministro della Salute Hugo de Jonge ha informato il Parlamento in una lettera del 13 ottobre dell’intenzione di introdurre «un programma di cessazione della vita» per i piccoli che «soffrono un dolore senza speranza e insopportabile e per i quali le cure palliative non sono sufficienti». È atteso un pronunciamento dei parlamentari.
Canada. Il Parlamento di Ottawa sta esaminando il progetto di legge C-7 che prevede l’estensione del diritto già in vigore di ottenere l’«assistenza medica alla morte» (Mad: Medical assistance in dying, legge varata nel 2016) anche ai malati non terminali.
Spagna. Il Partito socialista del premier Sanchez e Podemos di Pablo Iglesias, coalizzati al governo, stanno portando avanti alle Cortes la «Ley orgánica de regulación de la eutanasia», che prevede il «diritto a una morte dignitosa e la regolamentazione dell’eutanasia». Il Servizio sanitario dovrebbe assecondare la richiesta di morte di chi è affetto da malattia «grave e incurabile» o «invalidante» che causa «sofferenze insopportabili». Si sono espressi con fermezza contro questo disegno di legge i vescovi (il 14 settembre) e il Comitato nazionale di bioetica (9 ottobre).
Portogallo. In Parlamento è a un passo dall’approvazione finale la legge che rende possibile la richiesta della morte medicalmente assistita a tutti i maggiorenni capaci di intendere e volere in una situazione di sofferenza acuta e di malattia incurabile. Il primo via libera è del 20 febbraio.
Austria. La Corte costituzionale dovrà esaminare quattro ricorsi presentati dall’associazione Dignitas per ottenere la legalizzazione del suicidio assistito. Dopo l’udienza pubblica del 24 settembre, è ora attesa una sentenza che – in caso di accoglimento – obbligherebbe il Parlamento a pronunciarsi.
Irlanda. L’8 di ottobre il Parlamento irlandese ha approvato con 81 voti a favore e 71 contro il «Dying with dignity Bill» che prevede misure di «assistenza per raggiungere una fine dignitosa e pacifica della vita». La legge ora deve completare l’iter tecnico, ma già si parla di referendum.
Australia. Le elezioni nello Stato del Queensland il 31 ottobre decideranno il destino della legge per il «Voluntary assisted dying», la morte volontaria assistita, in discussione al Parlamento di Brisbane.
Italia Alla Camera proseguono le audizioni davanti alle Commissioni Affari sociali e Giustizia per discutere le «Proposte di legge sul rifiuto dei trattamenti sanitari e la liceità dell’eutanasia», depositate dopo la sentenza 242 con la quale il 22 novembre 2019 la Corte costituzionale ha depenalizzato a precise condizioni alcuni possibili casi di aiuto al suicidio.