La Storia
Nel XVII secolo (1634) fu iniziata la costruzione del Santuario con l’intendimento di edificare una copia il più fedele possibile alla Santa Casa di Loreto. Negli anni seguenti i Padri Minori Osservanti si occuparono quindi della costruzione della Chiesa e del Convento annesso.
La decorazione della facciata della chiesa nel 1707 venne abbellita da un affresco recante l’immagine sacra di Maria Lauretana. Sempre sulla facciata ancora oggi è inoltre presente una lapide in marmo, che ricorda come il Santuario sia aggregato a Santa Maria Maggiore di Roma.
L’ apparizione a padre Candido Giusso
Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1746, mentre in città infervoravano i combattimenti antiaustriaci, il padre guardiano del Santuario, padre Candido Giusso, trascorreva le ore in preghiera. Ad un certo punto decise di affacciarsi alla finestra e stupito vide tra le nuvole la figura della Madonna con ai piedi un serpente. Un po’ più in basso notò anche la figura di Santa Caterina, inginocchiata, con le mani giunte, in supplichevole atteggiamento.
Nella giornata seguente, il 10 dicembre vi fu la vittoria sul nemico da parte dei genovesi e contemporaneamente si sparse la notizia dell’apparizione.
Il Senato genovese ascoltò la testimonianza del padre Candido Giusso e ritenne di conseguenza che fosse stata l’intercessione di Maria, supplicata da Santa Caterina, ad aver salvato Genova.
Per ringraziare Maria, le Autorità cittadine fecero dunque voto di recarsi ogni anno, il 10 dicembre, in pellegrinaggio al Santuario.
Da quel momento ogni anno il Senato genovese si recò al Santuario per l’espletamento del voto fino al 1810, anno in cui le truppe di Napoleone diedero seguito ad un atto di soppressione generale degli ordini religiosi che travolse anche il Santuario di Oregina che venne chiuso.
Malgrado ciò, nel 1813 l’insistenza dei fedeli portò alla riapertura del Santuario stesso, alla cui custodia venne posto un sacerdote. Due anni dopo, quando la Repubblica di Genova entrò a far parte del Regno di Sardegna sotto i Savoia, il Santuario ritornò al suo splendore, di nuovo sotto la custodia dei Padri Minori Osservanti.
Il Canto degli Italiani
Nel 1847, per commemorare i 101 anni dell’apparizione e la conseguente vittoria del popolo genovese sull’oppressore austriaco, i più importanti patrioti decisero l’organizzazione di un corteo senza precedenti.
La processione che partiva dall’Acquasola passando per il centro, via Balbi e salendo fino al Santuario era composta da circa 30.000 persone, fra cui il Giovane Mameli.
Durante questa processione fu sventolato il tricolore e sul piazzale antistante la Chiesa fu cantato per la prima volta quello che sarebbe diventato l’Inno italiano.
Negli anni seguenti il Santuario continuò a ricoprire una posizione preminente quale simbolo dell’identità nazionale. La data del 10 dicembre diventerà dunque sinonimo di italianità.
Attraverso gli anni il pellegrinaggio dei fedeli e delle Autorità alla Vergine lauretana si è mantenuto saldo. In particolare ricordiamo la giornata del 10 dicembre del 2004, conclusiva delle celebrazioni di Genova 2004, Città della Cultura.
L’interno del Santuario
Varie vicissitudini, dalla soppressione del 1810 e del 1872 ai danni subiti dall’ultimo conflitto mondiale, hanno impoverito l’arredo del Santuario.
Nonostante ciò, notevoli sono i due affreschi situati sopra gli altari laterali. A destra l’Angelo Custode del Delle Piane (detto il Molinaretto, ) e a sinistra la tela del Carlone (1639-1697) raffigurante San Giuseppe con Gesù fanciullo.
Quattro statue di santi francescani sono inoltre situate in nicchie nelle pareti laterali.
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